Questo poemetto è teatro, senso del tempo, una visione per questi anni irrisolti, densi eppure vacui. È una terra che si è fatta palcoscenico, dove una moltitudine di attori cerca la battuta per un mondo dimenticato. Questo poemetto è una notte lontana dai sentimenti veri, dalla passione come dall'amore, dall'erotismo come dall'amicizia; un'attesa, uno scorrere delle cose che malgrado tutto troverà una via di uscita, un'alba in cui riascoltare parole: quelle parole che ci siamo ostinati a ignorare. In quest'alba dove ricomincia il tempo è un linguaggio poetico che non riesce a fare a meno del futuro, anche se il futuro, il viaggio al termine di questa notte, non può che prendere forma nei suoi versi conclusivi. Quasi un ordine, un passaggio di consegne tra generazioni. Una prima versione di questo poemetto, più breve e senza alcune parti, è stata letta dall'autore al faro di Punta Palasela, nei pressi di Otranto, alle cinque del mattino del 1 gennaio 2016. L'ora di inizio era calcolata affinché gli ultimi versi potessero coincidere esattamente con l'arrivo dell'alba: la prima alba del 2016. La Punta Palasela è il luogo più orientale d'Italia; il suo faro, a picco sul mare, regala da sempre una grande suggestione. Nient'altro che un luogo simbolico, un punto di inizio, dove veramente ricomincia il tempo.