Dal carcere di Rebibbia, uno dei tanti da cui entra ed esce in una vita da recidivo, un rapinatore spedisce il racconto della sua vita al premio dell'Archivio Diaristico di Pieve Santo Stefano. Ha scritto con furia, undici bloc notes fitti in sette mesi. E se come criminale lascia forse a desiderare, come scrittore rivela un talento straordinario, e vince il premio. Scrive da borgataro, Foschini, e racconta una vita che pare un piano inclinato. La nascita nella più degradata periferia romana, la miseria della famiglia, l'apprendistato, nell'infanzia, come borseggiatore sulla linea 64, e poi i furti in appartamento, le rapine, la droga. Le fuoriserie, i night, le donne, quando va bene, il carcere quando va male. Una "mala vita", appunto, che Foschini racconta e al tempo stesso riscatta grazie al suo speciale, irruente talento di narratore e a questo libro che si legge come un romanzo e si vede come un film.