Il volume esamina il repertorio della ceramica comune di Cuma tra l'età repubblicana ed il Tardoantico. Le indagini condotte nel Foro della città antica dall'Università degli Studi di Napoli "Federico II" hanno contribuito a chiarire sempre meglio il ruolo di Cuma come centro di produzione ceramica: nelle officine cumane prendevano forma alcuni dei manufatti più noti e diffusi nella penisola come nelle province. Questo aspetto peculiare dell'artigianato della città flegrea, esaminato grazie agli indicatori di produzione rinvenuti negli scavi, ha incoraggiato lo sviluppo di una nuova classificazione dei manufatti, oggetto di un'approfondita analisi che comprende gli aspetti tecnologici, formali, cronologici e commerciali, corredata da una ricca documentazione grafica. Lo studio archeometrico del vasellame fornisce nuovi tasselli per la ricostruzione dell'attività delle officine locali nel corso dei secoli e del flusso degli scambi commerciali che interessarono il sito e l'area circostante, fortemente influenzata dalla presenza di Puteoli, porta di Roma sulle province dell'Africa e sull'Oriente. È noto che le ceramiche comuni comprendono tutto quel vasellame adoperato nella quotidianità degli individui e rivestono, dunque, una posizione di particolare rilievo anche nella ricostruzione delle dinamiche socio-economiche che interessarono le comunità. Per questo motivo, lo studio della ceramica comune di Cuma costituisce anche l'occasione per indagare alcuni aspetti della società e dell'economia del centro flegreo tra l'età romana e la tarda antichità.