Il rifiuto dell'immigrazione di massa è ormai giunto al governo ma ancora continua, nel racconto mediatico, a essere descritto come una reazione irrazionale, "razzista" e "xenofoba". Secondo Scalea l'allarme popolare per la crisi migratoria è invece molto razionale e si fonda su una corretta percezione delle sue conseguenze demografiche, culturali, economiche, sociali e d'ordine pubblico. Al contrario è la linea d'entusiastica accoglienza ai flussi più massicci a fondarsi sull'ideologia: una riproposizione dell'utopia dell'uomo nuovo con l'immigrato al posto del proletario, strumento per distruggere l'ordine tradizionale ed erigere nuovi esperimenti d'ingegneria sociale sulle ceneri degli Stati-nazione.