Un castello d'inchiostro che si sporge oltre il linguaggio, per inseguire quella realtà che del reale è l'ombra. Frammenti di vita si fondono con una materia al tempo stesso densa e surreale, sotto la delicata dittatura della parola. Storie incastrate in uno spazio d'azione mediato da un protagonista narratore senza nome, cassiere di cinema, scrittore fallito, perduto melomane alla ricerca di se stesso. Storie di creature imperfette, delicate, inquiete e stravaganti. Personaggio nevralgico del romanzo è anche il dottor Pops, una sorta di anfibio in bilico fra il nuovo e il noto, terapeuta del narratore che svolge e riavvolge le trame fobiche riportate periodicamente dal suo paziente. Un libro senza nessuna barriera protettiva, su quelle emozioni legate da un inestricabile vincolo cieco: la nostalgia dell'essere, intravista dalle feritoie del ricordo, e la scoperta del vivere come unico canto e incanto della nostra specie. In copertina l'opera di Elisa Anfuso, una delle maggiori pittrici italiane contemporanee.