Il libro è suddiviso in tre parti in una sorta di cronaca-reportage in cui l'autrice con tono indulgente e sprezzante si sofferma sulla capacità dei napoletani di sopravvivere, nonostante il degrado, e sulle loro usanze che sconfinano nel paganesimo e nella pratica di riti occulti, per rispondere alle malattie e alla morte.