Il vento è «aria che spira», restituisce sempre al cielo la sua luce, perciò sin dall'antichità è spirito che infonde la vita. Questo è il vento secondo Seneca, ma è anche il vento che, tra Assisi e la città immaginaria di Castel Leone, orienta le vicende della famiglia Verziere composta dal giornalista Attilio, dalla stilista Giacinta e dal giovane Gabriele, entrato nelle loro vite come un lampo di luce, un vortice di vento in una gelida giornata di fine inverno del 1937. Una storia che si snoda fra la fine del ventennio fascista e il dopoguerra della ricostruzione, rinascita non solo materiale ma soprattutto morale di un paese diviso: le nostalgie del periodo fascista e monarchico fanno da contraltare allo sguardo proiettato verso il futuro democratico e progressista. È in questo contesto, ricostruito con cura nella storicità di Assisi tra il 1937 e il 1952, che la ricerca della verità sul passato di Gabriele trasporta emotivamente il lettore in quel vortice di luce, acqua e fuoco proprio della creazione che - secondo Jacques Soustelle - «produsse infine il vento sotto forma di un uomo di quindici anni».