Una canzone, Il vento dell'est, e il sogno di conoscere i Paesi posti al di là della "cortina di ferro", in quell'est europeo a lungo racchiuso nel blocco comunista. Prima l'Ungheria, poi la Romania: due Paesi che si trovano a vivere, all'improvviso, l'esperienza traumatica del passaggio dal socialismo reale al protocapitalismo. I viaggi, effettuati dall'autore in tempi e modi diversi, propongono un'immersione profonda in una realtà multiforme, dove storia, cultura e paesaggio si sovrappongono e si confondono in un unico quadro dalle mille sfumature: la tortuosa ansa del Danubio, la puszta sconfinata, le nuove città-fabbrica di regime, le valli immacolate del Maramures, le vette inquietanti dei Carpazi, le chiese fortificate della Transilvania, i monasteri dipinti della Bucovina, e magari una piccola città come Târgu Jiu, dove Constantin Brâncusi ha lasciato uno dei suoi capolavori assoluti, La colonna dell'Infinito. Ma ogni sosta di questo itinerario è anche l'occasione per ritrovare gli amici, o incontrare persone sconosciute con cui dialogare. Sono questi alcuni dei tratti distintivi del viaggio che il libro propone: lento, a volte svagato, ma pieno di incantamenti e di sorprese.