Se un poeta giapponese volesse usare la parola "pioggia" avrebbe a disposizione un vocabolo per riferirsi a quella estiva, «la pioggia per eccellenza», carico di sommessi sottintesi malinconici, e un altro per riferirsi alla più lieve, quasi lieta pioggia primaverile. È solo un segno di quanto nello spirito e nella cultura del Giappone, qui nel racconto di un loro straordinario conoscitore, sia inestricabile la relazione della natura con ogni ambito dell'esistenza, dove gli eventi, e ogni parola per esprimerli, sono letti al lume delle stagioni, «ritmo cosmico maestoso ed incomparabile» della vita del mondo.