Ogni immagine, diceva György Lukács, è di questo mondo e il suo sguardo brilla per la gioia di esistere. Riprodurre e rappresentare la vita in un'immagine è uno dei più antichi dispositivi sentimentali per trattenere la presenza reale dei corpi dal loro svanire attraverso il tempo. Dalla video-arte di Bill Viola risalendo fino alla pittura di Masolino da Panicale o del Pontormo, da un racconto di Borges sulla creazione artistica al teatro, e dal teatro alla fotografia, queste tre riflessioni, nate in tre diversi laboratori di pensiero, interrogano la capacità dell'immagine contemporanea di produrre una rottura estatica e di aprire uno stato di sospensione nel flusso "cronovoro" di una realtà sempre più estetizzata e spettacolarizzata. Per scoprire che dentro l'immagine il tempo dello spettatore non ha esattamente la stessa direzione che fuori da essa e che l'arte può ancora, malgrado tutto, salvarci e trasformare la vita. Prefazione di Antonella Anedda.