Consacrata a simbolo stesso della Comune di Parigi da Victor Hugo, che le dedicò la poesia Viro Major, Louise Michel si schierò sempre dalla parte degli ultimi, umani o animali che fossero, con un'abnegazione talmente assoluta che le valse l'appellativo di «santa anarchica». Questo racconto a più voci di quella che fu la più nota «incendiaria» parigina ci narra al contempo l'epopea di quei giorni, fatti di speranze e barricate. Ed è proprio per quelle barricate che questa istitutrice libertaria, dopo essersi esercitata nei luna-park per imparare a sparare, lascia il servizio nelle ambulanze (e il tradizionale ruolo attribuito alle donne negli eventi rivoluzionari) per trasformarsi nella strenua combattente cantata anche da Paul Verlaine. Certo la pagherà cara, con la prigionia e la deportazione, ma Louise sapeva che il tempo delle ciliegie, la primavera di emancipazione, prima o poi sarebbe arrivata. E ha vissuto per questo.