Il complesso pensiero dell'India brahmanica dovrebbe essere compreso entro un orizzonte culturale caratterizzato da uno specifico tipo di auralità: una condizione stabile in cui un'ideologia basata sulla parola scritta, a differenza di quanto accadde in Occidente, non si sviluppò mai, sebbene la scrittura fosse assai diffusa. La recitazione pubblica di testi, tipica della cultura aurale indiana, era infatti percepita come vantaggiosa e gratificante. La recitazione ad alta voce non era intesa, insomma, come l'unico rimedio possibile a una carenza di supporti scritti dovuta all'inadeguatezza e lentezza del processo produttivo. La centralità della voce, caratteristica della visione brahmanica del mondo, era dunque un tratto culturale che derivava dall'apprezzamento delle valenze comunitarie e delle caratteristiche estetiche della parola parlata. Nell'ambito culturale brahmanico il testo scritto non era visto come entità indipendente, ma solo come manifestazione secondaria dell'essenza vocale dell'opera. Il pensiero brahmanico, anzi, difese attivamente il prestigio della voce dalle ideologie basate, implicitamente o esplicitamente, su Sacre scritture.