«Qui, o ?âriputra, la forma è vuota; la vacuità stessa è la forma; la vacuità non è diversa dalla forma; la forma non è diversa dalla vacuità». Così recita il celebre "Sûtra del Cuore" che, sin dal VII secolo, ha ispirato in Asia ogni genere di praticante buddhista, monaco e laico, povero e ricco, illetterato ed erudito. Il commento si propone l'obiettivo di far emergere il senso reale del testo e il suo valore pratico, riportando la discussione sul tema della "vacuità" all'intento originario dell'insegnamento del Buddha, dove le nozioni di "sé" e "non sé" trovano la loro naturale giustificazione, al di là dei pregiudizi faziosi che hanno animato annose controversie. Seguendo il filo d'oro della "vacuità", il lettore ha altresì la possibilità di compiere un viaggio nel tempo che rivela la segreta, intima connessione tra il nucleo del Dharma di ?âkyamuni e il cuore delle tradizioni esoteriche del vajrayâna. Il curatore, Giuseppe Baroetto (Pema Jigdrel), è stato allievo di Chögyal Namkhai Norbu Rinpoche. Questa pubblicazione segna il suo ritorno editoriale, un devoto omaggio al grande maestro.