Diciassette la Disdetta, il bizzarro protagonista di questo racconto, è un condannato a morte, imbarcato in gran segreto sul sommergibile il Paguro, che solca gli oceani e tocca varie terre: dallo Scoglio di San Pietro e San Paolo fino all'Isola del Diavolo (dove fu relegato Dreyfus) per approdare infine all'Isola di Sant'Elena, dove morì Napoleone Bonaparte e si chiude il romanzo. A bordo del Paguro di Capitan Repetto la fraternità dei marinai trasforma il protagonista. Ma con quali conseguenze? Alla follia del mondo terrestre Bacchelli risponde con la favola sottomarina di un mondo alla rovescia (come fece, in giovinezza, con Lo sa il tonno): «Il mio sommergibile sta ai sommergibili veri come le navi dei pazzi della pittura fiamminga stanno alle navi reali» (ne è un esempio La nave dei folli di Hieronymus Bosch). Questo romanzo filosofico, pubblicato nella primavera del 1978 (in un'Italia sconvolta dal caso Moro) e mai più riproposto da allora, mentre rappresenta la crescente sfiducia di Riccardo Bacchelli nella storia, ne ravviva del pari la fede incrollabile nell'uomo e ne testimonia un fervore di utopia, che davvero non cessa ancora oggi di ammaliare il lettore. Pensoso e attento, il narratore non si lascia sfuggire le angosce della nostra epoca. Su tutto, nel regresso dell'umanità causato dal progresso scientifico, si profila e spicca, con risonanze lucide e commosse, la fiducia in Dio come sola via per ricomporre (in manus tuas) le ferite della storia.