"Il silenzio è sempre presente in una seduta di analisi e i suoi effetti sono altrettanto decisivi di una parola effettivamente pronunciata. Che si tratti del silenzio del paziente o di quello dello psicoanalista, di un silenzio cronico e effimero, di un silenzio di resistenza o di apertura all'inconscio, esso costituisce un fatto analitico di primaria importanza nello svolgimento della cura. Saper non dire nulla quando l'occasione lo richiede, è in definitiva un modo di ricordare, meglio ancora, di mostrare il silenzio della psiche. Tacere, quando occorre, significa riconoscere che l'inconscio è innanzitutto un discorso senza parole." (J.-D. Nasio)