Le poesie che ho voluto raccogliere e presentare in questa mia prima monografia le ho composte di getto, in diversi anni e luoghi, e sono appunto come tanti diversi ritratti di cose, situazioni, persone e sentimenti vissuti da me, che sono riuscita ad immortalare. Il titolo scelto, "Il sentiero dell'alba felice", è un titolo allusivo al percorrere il sentiero che la vita terrena è, fino all'alba felice dell'Aldilà in un Dio o Bene Supremo che intuiamo esista dopo il trapasso fisico. E la fotografia di copertina mostra appunto un sentiero in un tunnel in un mattino nuvoloso e bagnato di pioggia che sarebbe l'esistenza umana oscurata dalle incertezze e dalle fatiche quotidiane, ma con una luce che si intravede alla fine del tunnel stesso, la luce della liberazione e dell'alba felice appunto, dove tutto si pacificherà e redimerà nell'ineffabile compiutezza divina. In realtà ogni poesia che scrivo è per me in se stessa un sentiero che va verso l'alba felice, perché ogni poesia è una catarsi ed è un passo in più verso la consapevolezza e la redenzione piena del mio sé o del sé di chi la legge e vi si rispecchia. C'è sempre un'alba felice alla fine della lettura di una poesia, un'alba di bellezza e di indistruttibilità, un'alba di risonanza e di comunione dei cuori umani nella solidarietà di un comune sentire, di un comune ritrovarsi umanamente allo stesso modo, proiettati alla stessa maniera verso qualcosa di interiore che sia più grande di ciò che meramente viviamo. Nella poesia non c'è negligenza di vivere, c'è un raccogliere ogni cosa, anche la più povera, insignificante, trascurabile, miserabile, sgraziata e disgraziata per recuperarla in un sentiero che va sempre e comunque verso un'alba felice.