Tra il potere e la vita l'uomo occidentale ha scelto il potere, provocando esiti distruttivi quali l'iniquità strutturale, la devastazione della natura, la geopolitica costruita come sistema di guerra. La vita fa scandalo perché causa sofferenza, ci porta alla morte e sembra caotica. Vige il pregiudizio per cui solo la ragione le darebbe un senso di cui è priva. Ma non si può continuare a vivere contromano rispetto alla vita stessa: per la salvezza dell'umanità e del pianeta serve una conversione di civiltà che rifiuti la logica di potere e segua un'etica biofila. Senza pretendere di definire la vita, questo libro la ascolta e ne rispecchia le dinamiche essenziali. Nelle grandi idee scartate dalla tradizione occidentale, qui riprese e discusse, è custodita la traccia per scoprire la sintonia profonda con il futuro che ci invita a una trasformazione risanatrice. Si scoprono così l'importanza del legame tra sogno ed esistenza, il valore delle relazioni, lo spirito del dono, la dignità della fragilità, la presenza delle forze di guarigione del mondo, l'energia della fiducia trasformativa. Dopo aver ripreso le voci che propiziano questa svolta - da Nietzsche a Bergson, da Gandhi a Panikkar - il libro delinea i principi generativi per una civiltà biofila. Il grande gelo che stringe il cuore nella rassegnazione è il primo ostacolo per la liberazione, che invece inizia risvegliando la capacità di abitare il mondo, il desiderio di futuro e la passione per il bene comune. Sono le forze interiori per la transizione epocale che ci attende. Si può uscire dall'adattamento a una società soffocante per scegliere di vivere davvero. La conversione di civiltà non è un vago progetto, è già iniziata grazie alle persone che sono in viaggio verso un'esistenza diversa e hanno il futuro negli occhi.