Il presente volume è la prima raccolta degli scritti che John Dewey ha dedicato al problema della percezione, caratterizzandola nella sua differenza rispetto alla determinazione concettuale e conoscitiva. A prendere rilievo in questi saggi è un "senso delle qualità": ciò avviene quando essi sia approfondiscono la dimensione sensibile riferita alla componente qualitativa dell'esperienza, sia invitano a riflettere su come questa componente qualitativa si carichi di un suo senso o, nell'accezione qui suggerita, di una sua sensatezza. La maggior parte dei presenti saggi venne selezionata nel 1931 da Dewey per la silloge Philosophy and Civilization. Ciò conferma quanto essi fossero ritenuti dal loro autore emblematici per far emergere aspetti rilevanti del proprio pensiero anche nella prospettiva di un volume che mirava a mettere in chiaro la responsabilità della filosofia nell'alveo di una civiltà. Filosofia intesa come esercizio concreto di dinamiche esperienziali in senso lato, dunque non solo conoscitive, ma anche percettive. Filo conduttore della raccolta è una teoria della percezione che non viene mai esposta sistematicamente da Dewey, ma che percorre l'intero tragitto speculativo che egli compie dalla fine dell'Ottocento fino agli scritti più maturi. E sullo sfondo si trova il rapporto dei temi della sensibilità, della percezione e della qualitatività rispetto all'elaborazione teorica deweyana che si concretizza nel capolavoro del 1934 sull'arte e l'estetico, il celebre volume Art as Experience.