Jano Pandolfini è un pittore che, nell'isola di Ortigia, si muove all'interno di una conventicola di appassionati d'arte, di imbrattatele, di mercanti e di ricettatori. In questo bizzarro contesto irrompe il mistero della morte violenta di Elio Van Voot, anche lui pittore, che assurgerà a maestro solo grazie alla notizia di cronaca che farà schizzare in alto le sue quotazioni. In questo noir sardonico - che di fatto è quasi un pretesto per ritrarre l'ambiente pseudo artistico di una piccola comunità, tra invidie, frodi e antagonismi - agisce il commissario Saitta, indolente, distratto, demotivato: un uomo che, al contrario di ciò che gli imporrebbe il suo ruolo, temporeggia invece che indagare, tralascia piuttosto che seguire in concreto una pista per ottenere qualche risultato. E mentre avviene un delitto a Palermo, il vortice del traffico di dipinti si intensifica e lambisce i due fatti di sangue.