Lacrime come liquido "segno esteriore d'interna passione", secondo Cesare Ripa Perugino (alla voce Planctus, nella sua Iconologia, 1593), le lacrime sono il racconto di una storia cui bastano gli occhi per raggiungere il destinatario, senza bisogno della lingua. Addirittura, "una lacrima sola dice assai più di ogni discorso", come dice Franz Schubert in un lied intitolato Elogio delle lacrime. Ci sta tutto in questa definizione: pianti d'amore, di sdegno, di rabbia, di rimpianto, di nostalgia, di contrizione e pentimento, di sofferenza fisica o psicologica, di paura, di lutto per un discidium, una perdita irrimediabile, ma anche pianti di gioia, di commozione. Un linguaggio complesso, una comunicazione che si articola senza parole in un liquido versamento emozionale.