Claudio D'Antonio continua la sua traduzione della Clavis Magna e ne presenta il secondo libro, in cui vengono ripresi e ulteriormente spiegati i Sigilli, al fine di fornire le tecniche della lingua imaginale. All'origine del Sigillo troviamo le suggestioni derivanti dalla geometria euclidea. L'impiego di questa lingua, concepita specificamente per pensare e non per comunicare, permette di adottare delle tecniche affini a quelle del pensiero matematico. La sostituzione delle parole con le immagini, ad esempio, ha l'esatto corrispettivo nell'algebra che spesso adopera le lettere al posto dei numeri, rimandando ad un secondo momento le operazioni meno urgenti. Poiché sono regole pratiche per ordinare a sistema un insieme di dati, i Sigilli vanno studiati ed applicati dall'allievo all'Arte del Pensare.