Milano bella e disperata. Milano ha un sasso dentro, grande: un grumo fatto di miseria delle cose e dell'uomo. Ma è anche una città generosa, con gente dal cuore puro, pronta alla solidarietà e all'amore. Alla prima Milano, quella nera, appartengono persone insospettabili, spietate, che abbandonano nelle discariche cadaveri orrendamente mutilati, miseri resti ai quali bisogna ridare un volto, un passato. L'altra Milano è fatta di uomini come Paolo Carlo Andena (Paco), ex commissario della Squadra omicidi, uno con un profondo senso della giustizia che nasce più dall'esperienza che dai codici, e di donne come Anita (Nita), raffinata ed elegante, sicura di sé all'apparenza, ma in realtà ossessionata dal possibile regresso della malattia che l'ha profondamente cambiata negli ultimi anni. Ciò che unisce Nita e Paco è il pensiero della morte: per lei, la paura della fine; per lui, il ricordo della scomparsa del fratello, che non gli dà pace. E fra loro e con loro, Popi Ruera, il vecchio stanco e saggio, mitica figura della milanesità, e Errico Caimi, il medico che ama Anita e cerca invano di rassicurarla.