Nell'era dell'incertezza il sapere non ha punti di riferimento, non ha luoghi certi e persone che lo rendano sicuro, è un flusso continuo e incontrollato di informazioni che si moltiplicano e spezzano in tante frazioni, un "dai e vai" tra memoria e brutale dimenticanza, tra realtà e virtualità, tra scientismo e falsificazione, tra mimetismo e verità relative. E spesso è piuttosto la rassomiglianza di come siamo cambiati e di come continuamente siamo indotti a cambiare. Il sapere d'elezione che garantisce denaro e potere, rimane lontano dalla diffusione globale, è controllato da pochi e non sempre è usato per fini etici e leciti, e quello non conforme o scomodo spesso manca dell'energia necessaria per arrivare alla gente. Bisogna chiedersi, dunque, quale sia il sapere che veramente ci serve. E come possa essere guidato da "pensieri buoni" e da parole che non siano solo etichette, come creatività, lateralità, diversità, solidarietà. E soprattutto coraggio. Così è nato questo libro che mette insieme un po' di ragionamenti cercando di non essere troppo complicato.