Quasi una prosecuzione ideale di La letteratura come menzogna, questa raccolta che comprende testi scritti fra il 1967 e il 1990, costituisce un corpus poderoso. Spartito negli "eventi sostanzialmente teatrali" dello scrivere, del recensire e del leggere, il volume rappresenta una vera summa della visione dell'autore che cerca di rispondere alla domanda insieme "buffa e sconvolgente" circa le motivazioni della scrittura, che si interroga sui classici e sulle avanguardie, che bizantineggia sulla censura e sulla stroncatura, che indaga insomma sistematicamente non solo il reame della letteratura, ma quello assai più vasto della parola.