La critica tematica è stata spesso la sede privilegiata dell'indagine sulle narrazioni che mettono al centro la famiglia. Il romanzo genealogico prende le mosse dalla persistenza di questo tema nella storia delle forme per rivitalizzare l'approccio morfologico: lo studio, infatti, indaga il modo in cui la genealogia - cioè lo schema astratto che si ricava dal meccanismo di discendenza familiare - interviene nella storia del romanzo moderno dando avvio a un sottogenere dotato di specifiche costanti. Il saggio dà conto di un percorso di convenzionalizzazione lungo più tradizioni letterarie a cavallo tra due secoli e si sofferma su quattro campioni della letteratura italiana: Cento anni di Giuseppe Rovani, I Viceré di Federico De Roberto, Il mulino del Po di Riccardo Bacchelli e Menzogna e sortilegio di Elsa Morante. L'analisi dei testi ha l'obiettivo di individuare alcune svolte paradigmatiche nella storia di un sottogenere che ha saputo costantemente reinterpretare il dispositivo strutturante di base così come la prossimità con le principali categorie storico-letterarie.