Un romanzo di formazione è, per definizione, il racconto dell'evoluzione di un personaggio, inizialmente giovane e inesperto, che attraverso un percorso spesso tortuoso e denso di ostacoli arriva a comprendere e a inserirsi nella realtà. Tradizione vuole che il "Wilhelm Meister" di Goethe, pubblicato nel 1796, sia l'opera che ha inaugurato il genere e ne ha fissato i canoni. Tuttavia, se si restringe il campo alla struttura totale goethiana (ovvero: raggiungimento conclusivo dell'equilibrio inferiore del protagonista e ruolo di primo piano giocato dal contesto esterno - famiglia, società civile, nazione) forse nessuno dei più importanti romanzi francesi tra Sei e Novecento potrebbe rientrare nella categoria. Da "Manon Lescaut" a "La Nouvelle Héloise", da "Le Rouge et le Noir" a "Illusions perdues", dall'"Education sentimentale" fino alla "Recherche" proustiana, gli eroi francesi non sono mai piccoli santi o martiri, anzi, talvolta sono cinici e deboli di fronte alle tentazioni, per poi diventare, nell'Ottocento, apertamente amorali (si pensi a Stendhal). In una fase storica in cui le rivoluzioni si susseguono e un nuovo ordine tarda a stabilirsi, ai romanzieri di Francia non interessa infatti tanto la schematica contrapposizione tra bene e male quanto la ricerca di nuovi valori in base a cui orientarsi.