Adolfo nasce nel 1940 e per tutta la vita sarà un attivista del Partito Comunista prima e del Centro Sinistra poi, senza mai capire il perché di quel nome ingombrante, nonostante le fumose spiegazioni del padre. Proviene da una famiglia del popolo, con le ambiguità e le contraddizioni di tutte le famiglie italiane. Emigra in Svizzera a 18 anni e qui viene discriminato come italiano: "Vietato l'ingresso ai cani e agli italiani" recitavano i cartelli all'ingresso dei locali pubblici ma conosce anche la Chiesa Valdese e pur da ateo convinto ne conserva un buon ricordo. Pure in Italia viene discriminato perché comunista: al servizio di leva, sul lavoro, nella sua attività ma non si perde mai d'animo. Unico conforto è la politica, la fede comunista e la famiglia. Come un fraticello, sempre fedele al convento, lui è sempre fedele al Partito. Non vive però di politica ma del suo lavoro da lavoratore autonomo, anzi economicamente la politica è per lui, come per altri, un continuo dare al Partito con l'orgoglio di non dovere chiedere mai nulla. Sempre pronto per la Festa dell'Unità, la Festa del paese, la Banda Musicale e qualsiasi altra attività a favore della comunità. [...]