La fortezza di Komarom sul Danubio, voluta e giudicata dal sistema austro ungarico come "campo di massima sicurezza" dove rinchiudere chi già aveva tentato di fuggire, costituisce meglio di ogni altro esempio un test probante dell'esistenza di un patriottismo convinto e non di maniera e dell'inventiva e nella determinazione messe in atto da soldati, sottufficiali e ufficiali, per tornare in patria. Dal loro racconto si può verificare una delle questioni più controverse: quella della partecipazione italiana a quella guerra che ha rappresentato per la prima volta l'amalgama tra borghesia e classi rurali e l'ingresso di quest'ultime nella Grande Storia.