Il modo in cui noi tutti elaboriamo e sperimentiamo le nostre identità di genere è inseparabile dalla relazione costante con i materiali simbolici, le immagini, i discorsi che i media producono e offrono. I molteplici aspetti dell'esperienza vissuta, infatti, si ibridano con le forme di rappresentazione che, in un rapporto di reciproca influenza, vengono messe a punto dai media. Fra questi, nonostante le più recenti trasformazioni tecnologiche abbiano contribuito a espandere e diversificare le risorse dell'ambiente mediale, la televisione continua a mantenere un ruolo centrale e determinante nella produzione di immagini capaci di incidere sui processi di costruzione delle identità di genere. Il volume analizza le modalità attraverso cui il femminile viene declinato in una gamma di programmi televisivi: dalla fiction, italiana e americana, all'intrattenimento, alla pubblicità. Un territorio vasto ed eterogeneo, al cui interno, senza eccessivi attriti, sembrano riuscire a convivere conduttrici da prima serata e vallette mute, moderne Cenerentole e giovani donne in carriera, casalinghe disperate ed eroine armate, ballerine in abiti succinti e mamme premurose. In questo sfaccettato prisma dei generi, come emerge dalle pagine del libro, è comunque possibile individuare tracce e segnali di un cambiamento non lineare ma significativo che, erodendo i consolidati stereotipi del passato, oggi dà origine a forme decisamente più complesse e innovative di rappresentazione del femminile.