Albert Londres è un curioso vagabondo tra le strade di Marsiglia, ma è soprattutto il porto che lo attira: una moltitudine di persone, merci, colori, odori, rumori. Marinai, avventurieri, criminali e sventurati compongono un caleidoscopio di umanità e sofferenza. C'è chi attende l'imbarco per mete lontanissime, chi passa per le bettole della città vecchia, chi vive di espedienti. Tanti fuggono dalla guerra e dalla fame. Quasi con il piglio dell'etnologo, Londres disseziona e racconta i mestieri del porto, dai più comuni ai più stravaganti. Il lavoro - innanzitutto il lavoro nero - è il grande orchestratore dei giorni e delle notti. E prodotti come il caffè fanno giri insensati per i mari dei cinque continenti. Racconto di un mondo in apparenza consegnato al passato, "Il porto di Marsiglia" è un testo di impressionante e amara attualità.