"Il pasto del dio" di Martino Bosco è una raccolta di racconti nella quale la narrazione dell'esperienza umana viene ridotta all'osso attraverso un processo di macellazione delle sequenze ordinarie del linguaggio, di ciò che si deve o non si deve dire, di ciò che si deve o non si deve citare, con lo sguardo implacabile di chi ha rotto gli argini dello stato di necessità ed è già altrove. Una prosa poematica, ossia una prosa che spesso cede il passo alla poesia, caratterizzata da preziosità lessicografiche, ampio apparato metaforico, forma secca e precisa, al punto da sfiorare il sadismo, e identificazione dello spazio letterario con un luogo della verità: sotto la maschera un volto, come un pasto consumato crudo sotto lo specchio che restituisce immagini illese da sovrastrutture e condizionamenti esterni.