Lasciata la statale 106, la risalita lenta di strade tormentate e mal tenute apre la vista a scenari talora spettacolari di aspre montagne sulle cui pendici si aggrappano grumi di casette a perpendicolo sui bianchi letti calcarei delle fiumare. Da lì, talvolta, con un semplice volgere dello sguardo è possibile vedere il mare e, in alcuni casi, in inverno, l'Etna fumante e imbiancato sullo sfondo. Quei paesi, alcuni dei quali disabitati e in macerie, possono risultare di una bellezza melanconica, talvolta inquietante, ma hanno un'anima e il genius loci non li ha mai abbandonati perché lì si è consumata una civiltà agropastorale millenaria che continua a parlarci e interrogarci.