Giorgio Saviane è lo scandalo dell'editoria italiana. Autore di una ventina di romanzi pubblicati da Mondadori, Rizzoli, Rusconi, è stato totalmente dimenticato. Eppure, i suoi libri hanno vinto premi importanti, da essi sono stati tratti dei film. Era, come si dice, uno scrittore di successo. Ma dal 2000, l'anno della morte, di lui si sono perse le tracce editoriali. Perché? Certo, era un genio atipico, un antipatico. Certo, ha scritto libri magnetici ma torbidi, urtanti. Certo, non frequentava i club letterari, non mendicava un posto in prima fila nelle antologie scolastiche. Ma il mistero della sua totale scomparsa nel buco nero della galassia letteraria, resta. Soprattutto considerando la impressionante bibliografia critica che aveva ricevuto in vita e che qui è parzialmente riproposta. Rielaborando i suoi libri più "vertiginosi", ridotti, snelliti, concatenati fra loro, resi feroci, Alessandra Del Campana, moglie di Saviane, ha scritto, con le parole del marito, un romanzo paradossalmente e scandalosamente inedito. Che rincorre, come tema centrale, la sua ossessionante ricerca di Dio.