Verso la metà del Settecento, alimentato dalle sensazionali scoperte archeologiche nell'area vesuviana, s'instaura in Europa un vero e proprio culto per l'antichità classica, che dà luogo ad un programmatico e vistoso fenomeno di imitazione dell'Antico in ogni settore della produzione artistica. Questa tendenza, che convenzionalmente denominiamo Neoclassicismo, pur convivendo con altre correnti del gusto, esercita di fatto per oltre mezzo secolo una diffusa egemonia sull'arte occidentale, rispecchiando e, al tempo stesso, adattandosi, alle tumultuose vicende politiche e socio-economiche che si accavallano in quei pochi decenni, sconvolgendo il continente europeo e il Nuovo Mondo. Il libro cerca di offrire una visione d´insieme di tale fenomeno artistico, illustrandone le premesse, le caratteristiche principali e le diverse fasi di sviluppo, senza trascurare di mettere a fuoco la personalità dei suoi maggiori protagonisti: Winckelmann, il cui opuscoletto I pensieri sull'imitazione dell'arte greca nella pittura e nella scultura può essere a giusto titolo considerato il manifesto teorico del nuovo gusto neoclassico; David, che fu l'indiscusso capofila di questa tendenza nel campo della pittura, e Canova, che primeggiò in quello della scultura.