"Il mondo che fa per me" di Valentina Proietti Muzi definisce una zona limitare tra l'essere madre e l'essere giovane figlia, «tra il visibile che porta racconto / e un pianeta sommerso». In questa dialettica, si coglie la tensione verso un'unità perduta - il sinolo Demetra-Persefone -, che si connota soprattutto come mancanza e desiderio. Interviene infatti uno strappo, a sospendere l'abituale percezione di sé e della realtà («passati i corpi / tieni dietro alle ombre»); o, anche, la fente di una possibile apertura: alla luce e alla rinascita. Perché del mondo di sotto - ben più consistente, e riconoscibile, di quello dei vivi - Persefone è regina.