A seguito del dibattito che si è sviluppato negli ultimi anni, anche in Italia si è imposto il concetto critico-storiografico di "modernismo". E come in altre letterature nazionali, anche in quella italiana esso indica una tendenza che ha caratterizzato i primi tre-quattro decenni del Novecento, cioè quel periodo in cui le rivoluzioni scientifiche (Einstein, Planck), mediche (Freud), filosofiche (Bergson) sovvertono i comuni parametri di valutazione di un mondo che improvvisamente sembra mosso da un'irrefrenabile forza centrifuga. Gli scrittori cercano di trovare una mediazione fra un caos, che sembra oggettivo e irredimibile, e una naturale tensione all'ordine e alla regola. Il volume tenta di circoscrivere i confini dell'area modernista, prima indagando i generi letterari, e dunque romanzo, novella, poesia e teatro; poi soffermandosi sui tratti costitutivi della poetica (stili, realismo e sperimentalismo), dei temi, dei rapporti con le scienze, nonché mostrando le relative strategie editoriali nelle riviste; e infine interrogandosi sulle manifestazioni più persistenti del modernismo lungo tutto il corso del secolo. I saggi che compongono il volume forniscono quindi una fotografia nitida, benché scattata in simultanea da prospettive diverse, di ciò che ha maggiormente contraddistinto il Novecento letterario italiano: il modernismo, appunto.