"Quando l'accumulazione di capitale di un paese diventa il sottoprodotto delle attività di un casinò, è probabile che le cose non vadano bene". John Maynard Keynes veniva spesso considerato, dai suoi contemporanei, una fantasiosa Cassandra. In realtà i suoi vaticini riletti oggi sembrerebbero usciti dalla penna di un osservatore timido, quasi reticente. Proseguendo l'analisi intrapresa con "II conflitto epidemico" e proseguita con "Il gioco delle regole", in questa terza parte del suo studio dei mercati contemporanei, e dei meccanismi che li governano, Guido Rossi spinge la sua riflessione all'estremo, dimostrando come nel giro di pochi anni l'apparente contrasto degli interessi si sia trasformato in un paradossale concorso dei medesimi verso un solo, chiaro e pericolosissimo fine: la creazione di un mercato finanziario globale definitivamente separato dall'economia concreta, e quindi sottratto a qualsiasi confronto col principio di realtà. Quali insidie una situazione del genere ponga lo verificano, ogni giorno, i risparmiatori di tutto il mondo. Come e perché abbia senso temere un'implosione di più vasta portata lo scoprirà, con crescente sgomento, il lettore di queste pagine.