Il passaggio dall'infanzia all'adolescenza è vissuto da Rosa con stupore e riluttanza. Selvaggia e insofferente, vive il contatto con la natura mediterranea in maniera assoluta e totalizzante e fatica ad abbandonare questa condizione per diventare donna. L'estate porterà nella sua vita i primi turbamenti del cuore e la rottura di una situazione familiare sentita finora come idilliaca, spezzata dalla consapevolezza che esiste il tradimento, la solitudine, l'infelicità. La vicenda, che inizia e si conclude nel corso di un'estate, si snoda fra la spiaggia e la scogliera su cui si affaccia un piccolo villaggio di mare. Rosa racconta della sua amicizia con Giorgio e di quella fra la madre e la signora Meli; dei meravigliosi Vivi e Franz: belli come dèi, liberi e nudi, spogliati dalle ipocrisie, incuranti della gente, dei pettegolezzi, immersi in una natura intatta. Simbolo di quella condizione di innocenza, tipica dell'infanzia, che siamo destinati a perdere per sempre.