In un angolo sperduto della Sicilia, c'è un paese immaginario o forse esiste veramente, un paese del retroterra che al di là dell'orizzonte contempla il mare e il pennacchio del vulcano, smarrito tra le rocce calcaree e la campagna arida. Il paese, Terranìa, potrebbe essere un qualunque paese della Sicilia e nessuno al contempo. Qui, in un periodo storico, non ben precisato, si svolgono le storie di tredici donne, ciascuna con capacità eccezionali accomunate da un irrefrenabile desiderio di vedere il mare: i tessuti capaci di prendere vita di Lucia la sarta, le preghiere per far nascere e quelle per far morire di Rosa la mammana, la straordinaria storia di Agata da prostituta a santa, la caparbia pazienza di Caterina, l'evanescenza sensuale e l'abilità di vedere dentro ai sogni di Leonarda, la magia dei pesciolini argentei di Pacifica, gli occhi vivaci e allegri di Maria Assunta, la poesia di Sara e suoi piedi danzanti, le mani di Domenica capaci di risvegliare la flora e la fauna, il flauto ipnotico di Nina e il dono delle parole della piccola Stella; accanto a loro le presenze evanescenti, ma folgoranti di Fiamma e di Analìa.
