"I racconti di questa antologia toccano varie soglie degli spazi... indugiando su binari fissi pur nell'assurdo che vuole sfuggire l'apocalittica delusione di carezze non più esigibili" (Mario Rondi), "interrogando il fondativo in protagonisti di opere d'arte" (Luciana Rogozinski), "ricercando il nesso-scalfittura tra città-luoghi e schermo interiore" (Antonella Roncarolo), "dislocando lo 'stare' distante della solitudine nel chiaro del presente bianco" (Gianluca Di Stefano), "ibridando nella memoria della comunità l'oscuro e il legame con le origini" (Franco Araniti), "guardando i risvolti e le sofferenze dei conflitti generazionali" (Patrizio Minnucci), "penetrando negli strati del limite pronunciato dell'io" (Gabriella Colletti), "scrutando le funzioni in perdita di parti corporali" (Marco Buzzi Maresca), "portando il fiato emotivo del margine umano al centro" (Marcello Pesarini), "consegnando la scoperta di una terra magica all'odierno attaccamento" (Italo Scotti).