Il lupo entra nell'ovile e noi, gentilmente, ci facciamo da parte per lasciarlo passare. È questa la diagnosi fatta da Joan Stavo-Debauge sulla nefasta penetrazione del fondamentalismo protestante negli spazi pubblici e accademici, soprattutto negli USA. I suoi leaders e intellettuali - capaci di imporre alla società un'agenda di discussione reazionaria su settori quali l'ecologia, la contraccezione, il diritto del lavoro o l'omosessualità - strumentalizzano la tolleranza garantita all'espressione pubblica della diversità delle opinioni per occupare il terreno, senza altre competenze di quelle imposte da una lettura letterale della Bibbia. In questa ricerca, l'autore spiega molto dettagliatamente le strategie adottate dagli ambienti fondamentalisti ed evangelici per inquinare la libertà d'opinione a vantaggio dell'avvento di un nuovo tipo di teocrazia. È una presentazione che fa venire i brividi alla schiena, una denuncia severa di quell'alleanza innaturale che si instaura con i partigiani - guidati dal filosofo Jürgen Habermas - di un postsecolarismo del quale Stavo-Debauge decostruisce gli argomenti e insieme ne mostra l'imprudenza.