Il libro narra la storia di una frazione di Arcidosso: dalle sue origini, alla vita di villaggio, fino al mutamento antropologico in conseguenza della modernità. L'autore è uno degli ultimi che hanno visto, toccato e assaggiato quel che è stato dismesso e perduto. Mantenendo un indissolubile legame affettivo egli ascolta attentamente quelle antiche voci che gli parlano e lo spronano alla cura della terra, del paese, alla manutenzione del ponte che collega la sponda del tempo con quella dell'eternità. Voci che lo spingono alla testimonianza, nella speranza di un passaggio antropologico e culturale che, per certi aspetti, potrebbe assumere i tratti di un ritorno, verso un consolidamento del senso di appartenenza e del concetto di cittadinanza attiva quali uniche vere risorse per un riscatto delle piccole realtà locali. Un'impegnativa ed accurata investigazione che coinvolge anche la storia della fattoria di Roveta, trattando anche dell'uso dei terreni e dei pascoli comunitativi, della transumanza, del passaggio da un comunismo pratico-agrario al latifondo, dell'avvento della nuova classe borghese e del declino della nobiltà terriera.