La figura di Émile Durkheim, tra i fondatori della disciplina sociologica, non cessa di suscitare interesse, e il suo pensiero di ispirare rinnovate interpretazioni. Allontanandosi dall'esegesi canonica che a lungo lo ha descritto come un intellettuale difensore della morale collettiva, nonché interprete di una sociologia inadatta alla critica e incapace di fornire motivi di riflessione all'azione politica, Massimo Pendenza riattualizza gli scritti del grande sociologo francese e dettaglia la sua rivisitazione in chiave sociologica delle principali categorie politiche della modernità. L'obiettivo è avanzare una critica al governo neoliberale della società moderna, caratterizzato da un forte spirito competitivo, al fine di immaginare, ad esempio per l'Europa odierna, un ordinamento sociale alternativo capace di operare quel re-incastro dell'economia nella società fortemente auspicato da Durkheim e di cui si avverte così tanto il bisogno.