Il gioco varia con l'evolversi della società. Mai come nella nostra epoca ciò è particolarmente vero. Se ci si colloca nell'ottica dello svago infantile, rispetto al passato, stanno cambiando sia i tipi che le sedi e le modalità di gioco. Soprattutto, stanno venendo meno sia i giochi liberi che i giochi all'aperto. Inoltre, diminuiscono i giochi di movimento e aumentano i giochi sedentari. Una conferma la si riscontra nei videogiochi. In età infantile il gioco svolge un ruolo fondamentale nello sviluppo fisico, psichico e sociale. Sono molteplici i suoi benefici: favorisce la conoscenza di sé e delle proprie risorse e competenze, facilita la definizione dell'identità, dà sicurezza, canalizza le pulsioni, sviluppa la capacità di controllo e di autoregolazione, è un trampolino di lancio del processo di apprendimento, allevia l'angoscia, scioglie le tensioni interne, libera la fantasia, esalta la creatività. Entro un'ottica psicoanalitica, il manuale prende in esame l'esperienza ludica del bambino innanzitutto dall'angolatura della psicodiagnosi, favorita da una guida dettagliata che permette di individuare eventuali disturbi di personalità. Segue poi l'illustrazione dei criteri di fondo che stanno alla base del trattamento psicoterapeutico. Tutto questo è preceduto da una rassegna delle varie linee evolutive del gioco, a partire dalla nascita fino ai 10 anni di vita, in cui in particolare viene messo a fuoco il rapporto tra il gioco e lo sviluppo affettivo e cognitivo, senza per altro trascurare il ruolo dei giocattoli, compresi i videogiochi. Il volume è destinato, oltre che agli psicologi e agli psicoterapeuti dell'infanzia, anche agli educatori e agli insegnanti delle scuole materne ed elementari che sono curiosamente aperti alla scoperta oltremodo illuminante del mondo ludico dei bambini i quali, ci ricorda Freud, prendono molto sul serio i loro giochi.