Un intrigo finanziario che rimbalza tra Milano, Vienna e Londra. Una trama oscura da cui sbucano faccendieri, truffatori, millantatori, strani personaggi. Un incubo, che si chiude con un orribile omicidio nella campagna di Parma. Il viaggio in fondo al tunnel di Gianmario Roveraro non segue un percorso logico. È preceduto da un ubriacante vortice di quattrini, contatti, bugie, minacce. Sullo sfondo un miraggio: ottenere, con un modesto investimento in una società inglese, stratosferici guadagni grazie alla complicità di una finanziaria austriaca. Ma qualcuno, convinto che Roveraro nel corso dell'operazione non sia stato ai patti, lo uccide. La vicenda appare da subito contraddittoria, ambigua, quasi assurda. Tanto più che Roveraro non è uno qualunque, ma uno dei più conosciuti e stimati finanzieri italiani, affiliato all'Opus Dei, noto anche per la prudenza, l'accortezza, l'assoluta riservatezza. La sua storia, prima in Sige e poi in Akros, merchant bank degli anni Ottanta e Novanta, incrocia fatti che hanno segnato l'economia nazionale per decenni: Roveraro rappresenta la cosiddetta finanza cattolica, alternativa a Mediobanca di Enrico Cuccia. Perché dunque quell'affare anglo-austriaco e la tragedia? Che cosa è accaduto davvero? Quali misteri si nascondono dietro al delitto?