La Londra vittoriana impazzisce per i quadri preraffaelliti. Tra i soggetti dipinti ossessivamente da Henry Chester ci sono bambine e ragazze. La sua modella preferita è Effie, che per lui incarna gli ideali di bellezza e purezza. Quando l'ha ritratta per la prima volta, lei aveva solo nove anni, ma poi l'ha educata e plasmata, e ne ha fatto sua moglie. Infantile, bellissima, innocente, Effie sembra la sposa ideale, ma è spesso malata. Lenisce le sue sofferenze con il laudano e vive come sospesa tra il sogno e la realtà. La gabbia dorata in cui l'ha rinchiusa suo marito le sta sempre più stretta. A liberarla saranno l'incontro con un altro pittore, l'ambiguo e sensuale Moses, e l'amicizia con Fanny Miller, la maîtresse di una casa d'appuntamenti frequentata da Chester, a suo tempo teatro di un orribile delitto. La giovane donna sprofonderà così in un incubo pericoloso e terribile, dove la voce della ragione si perde nei labirinti del delirio e l'unico punto fermo sembrano l'amore e la sensualità.