Oltre l'evidenza antropologica che ci aiuta a capire lo stato dell'uomo nel creato, noi siamo creati per la verità. La nostra intelligenza esiste "in ragione della" Verità e ad essa tende in ogni atto e in ogni movimento di curiosità naturale, scientifica e religiosa. L'intelletto umano dentro la filosofia può riuscire a dire cosa sia Dio: è semplice, è buono, è saggio, è intelligente, è provvidente, è perfetto, è trascendente. Ma qui appare subito il dramma - che è il cardine di questo libro - il dramma dell'esistenza umana davanti a questo Dio della filosofia: questo Dio potrebbe rivelarsi? È qui dove la filosofia s'imbatte con la realtà drammatica del suo proprio essere, poiché un Dio che ci faccia vedere il suo Volto è intellettualmente inconcepibile. Qui in questa frontiera ontologica e logica, dove il Verbo di Dio si fece carne, l'uomo trova la risposta sia al confine della storia che al confine della filosofia, perché capisce che il problema su Dio, impostato dalla filosofia, non si risolve nella nostra ragione e, quindi, nella sola antropologia drammatica in cerca di un senso, ma nella carne di Dio, cioè in Cristo.