Stati Uniti, all'indomani della Grande guerra: mentre cresce notevolmente l'ostilità verso gli stranieri, un immigrato pugliese e il dittatore fascista diventano modelli popolari di seduzione, mascolinità e leadership. Nel 1926 la morte improvvisa del divo Valentino diventa un trauma nazionale. Nel 1927 le star di Hollywood Mary Pickford e Douglas Fairbanks, su una spiaggia californiana, sorridono ai fotografi con il braccio teso. Avevano imparato a fare il saluto fascista a Roma, dove avevano incontrato il Duce. Paradossi? Non proprio. Sono infatuazioni che non si spiegano solo con il carisma delle grandi personalità e con il relativo entusiasmo delle masse. Conta il peso crescente di vere e proprie campagne promozionali che, intrecciando pubblicità hollywoodiana e propaganda politica, fabbricano consenso attorno ad autorità spregiudicate. Si apre una nuova stagione pubblica, quella del plebiscito della fama.