La ricerca di una vita equilibrata nell'ambito del sinallagma lavoristico rappresenta un tema cruciale nello sviluppo della regolazione dei rapporti di lavoro. Il tema coinvolge le problematiche del welfare che sarebbe fuorviante, oltre che semplicistico, ricondurre esclusivamente alla scarsità delle risorse economiche a esso devolute e si porrebbe come limite alla necessaria ricerca di una nuova prospettiva, che è innanzitutto giuridica. Le radici sono in un ordinamento in cui vecchio e nuovo si affastellano senza soluzione di continuità, e la sintesi di interessi a cui gli istituti giuridici, di ieri, sono volti, richiede un'analisi alla luce di un mondo del lavoro profondamente mutato. I diritti sociali nascono nell'ambito della protezione del lavoratore in un contesto nel quale il lavoro rappresentava la porta di tutte le tutele, ma l'affermarsi di misure a carattere universalistico (di cui è emblematica l'istituzione dell'assegno unico universale) viene a modificare la stessa genesi della protezione sociale. Dall'altra parte non si può più ragionevolmente far derivare la legislazione sociale solo dal rapporto di lavoro, in quanto determinati diritti del lavoratore non trovano più la loro regolamentazione nell'ambito del rapporto contrattuale, ma preesistono come diritti inalienabili della persona. Prefazione di Giulio Prosperetti.