Al ritorno da una trasferta di lavoro, in un lungo viaggio in treno, Giada decide di affrontarsi in un processo di cui è contemporaneamente imputato, avvocato, testimone e giudice della sua vita. Sotto accusa la scelta di abortire che dopo sette anni ancora non le dà pace. Il tutto è raccontato attraverso un parallelismo con la vita di un bruco che non è riuscito a trasformarsi in farfalla ed è rimasto intrappolato nel suo bozzolo. Lo scopo è di lasciare un messaggio sull'importanza che ha mantenere il contatto costante con la propria identità, senza che ci si lasci travolgere dagli eventi della vita, per non perdersi.